Interviste 

Una musica che cura, una musica che guarisce. Intervista a Giovanni Nuti

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Una musica che cura, una musica che guarisce le ferite più profonde della nostra anima, che scava dentro per poterle fare uscire fuori e per permetterci di fronteggiarle. Questa è la musica di Giovanni Nuti, arrangiata insieme all’aiuto della grande Alda Merini in modo da poter adattare i suoi versi nelle canzoni confluite in Accarezzami Musica, il suo canzoniere in uscita il 20 ottobre, creato per poter coinvolgere e arrivare a più persone possibili, soprattutto a quelle che non sempre si concedono l’immenso piacere di leggere un libro.
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Giovanni Nuti attraverso quella che si è rivelata una chiacchierata piacevole, in cui ha aperto il suo cuore e comunicato le sue sensazioni, come vorrebbe che anche noi facessimo attraverso i suoi brani.

Il Canzoniere di Alda Merini, che uscirà il 20 ottobre, può essere considerato a tutti gli effetti un’opera immensa. Come è nata questa idea e come si è evoluta negli anni a partire dalla composizione di ogni traccia?

Ho collaborato per ben 16 anni con Alda Merini e sono stati 16 anni di lavoro intenso. Lei mi dettava le poesie perché le musicassi. In questi anni abbiamo scritto e musicato davvero tanto. Dal canto mio ho musicato il Poema della Croce, di cui sarà disponibile nel cofanetto in Dvd il filmato girato nel Duomo di Milano, che ha come attrice proprio Alda Merini.

Quindi chi la ama può anche vederla nel ruolo di Maria, protagonista appunto del Poema della Croce. In questi anni però abbiamo principalmente pensato a creare. L’idea di duettare alcuni brani l’avevo avuta quando Alda era ancora in vita, per renderle omaggio. Anche perché penso che stiamo parlando della più grande poetessa amata da tutti in ogni settore artistico. È stato un lavoro molto lungo, tanto che non sono riuscito a terminarlo prima della sua morte, ma sono riuscito però ad inserire 29 artisti che hanno lasciato il segno sia dal punto di vista artistico, sia dal punto di vista umano.

Come sono stati scelti i partecipanti ad ogni brano?

Ogni brano che ho musicato l’ho trovato adatto a un certo tipo di artista. Conoscendo il mondo musicale e soprattutto conoscendo il timbro vocale, ho proposto uno o più brani ad un artista in particolare. E devo ammettere di aver azzeccato il brano perfetto per quel determinato artista.

C’è stato qualche aneddoto interessante che ha visto come protagonista uno di questi volti noti? Se sì quale?

Sono stati tutti molto felici di partecipare a un progetto di questa portata. Ognuno di loro ha dato il massimo per il brano che avevo proposto loro, mettendoci il cuore. C’è stato dunque un modo di unirsi per rendere omaggio ad Alda con amore, senza fini di marketing. È una cosa rara oggigiorno. Gli artisti che hanno contribuito hanno una storia enorme alle spalle e sono veramente contento di aver unito artisti così straordinari.

Com’è stato lavorare a stretto contatto con Alda Merini?

Stare vicino a una donna così piena di colori, piena di talento, piena di creatività quotidiana è stato incredibile. Alda Merini era una festa, anche quando stava male. Anzi, mi sento di dare un messaggio ai giovani, che spesso non trovano mai una pace interiore, ma soprattutto non trovano l’anima, di leggere l’opera poetica di Alda Merini, perché ce la fa sfiorare, ci fa capire che noi abbiamo dentro questa grande luce. La poesia in questo aiuta moltissimo, unita alla musica poi, come diceva anche Alda Merini, può arrivare anche a chi di solito non acquista libri.

È una poesia che ti fa allineare con la tua fonte, ovvero la parte divina che ognuno di noi possiede dentro. L’arricchimento che ho avuto grazie alla mia vicinanza ad Alda Merini non ha eguali. Io con lei ho fatto il viaggio dell’anima, ho toccato l’universo, è un qualcosa di misterioso che a parole non si può descrivere. Un altro consiglio che mi sento di dare ai giovani, grazie all’esperienza che ho avuto, con lei è di accettare tutto dalla vita, perché Alda ha accettato tutto, anche l’inferno. Accettare anche le cose che non ci piacciono è un modo per superarle e per guarirle.

Per quale motivo avete deciso di chiamarlo Accarezzami Musica?

Accarezzami Musica è tratto da un suo verso contenuto in Ape regina. Le ultime sue parole nei miei confronti sono state: «Ricordati che tu sei stato la mia musica, tu sei stato la mia gioia». Quindi con Accarezzami musica rappresento la sua musica, quella che lei ha scelto. E posso dire di aver avuto una grande fortuna ad essere stato scelto per creare canzoni che scavano in profondità. A volte basta ascoltare una canzone per venire a contatto con degli aspetti di se stesso che non si pensava di avere. Io e Alda Merini abbiamo voluto comporre canzoni che guariscano e che facciano bene. La gente soffre e abbiamo dunque voluto dare un contributo, seppur minimo, per risollevarla, per guarire le ferite. In un mondo in cui ogni cosa è omologata, è difficile a volte far sentire un’emozione, ma quando si riesce, significa che scatta qualcosa ed è una cosa assolutamente da non sottovalutare.

Avete deciso di portare il Canzoniere nei teatri per tre date insieme alla partecipazione di Monica Guerritore, 20 ottobre al Teatro Dal Verme – Milano, 23 ottobre al Teatro Sistina – Roma, 2 novembre al Teatro Duse – Bologna, e il ricavato andrà in beneficenza, come mai vi sentite particolarmente vicini alla questione dei rifugiati?

Abbiamo avuto quest’occasione e partiamo da qui. Pur volendo prendermi a carico tutte le situazioni un po’ più problematiche, mi rendo conto che è impossibile. Quindi comincerò insieme a Monica Guerritore con queste tre date, poi chissà.

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